Archivi tag: morte

Luzi e l’inferno della repubblica


di Marco Menicacci

ATTENZIONE
Leggi “Muore ignominiosamente la repubblica” in Testi!

La poesia di Luzi Muore ignominiosamente la repubblica è famosa per almeno due ragioni: intanto perché si tratta di una veemente invettiva civile, quindi di un testo che tocca (e commuove, con la sua inossidabile attualità) tutti noi, cittadini della repubblica in questione. D’altra parte è una poesia che, almeno nella sua portata civile, appare di immediata comprensione e può quindi risultare quasi sorprendente per chi di Luzi conserva l’immagine, imprecisa ma diffusa, del poeta oscuro, difficile, aristocratico, “ermetico”… (chi è interessato a queste tematiche può leggere Buio sangue. Poesie civili di Mario Luzi scelte da Marco Marchi, Brescia, Fondazione Calzari Trebeschi-Edizioni L’Obliquo, 2008).

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Un Dio piccolo piccolo

di Antonietta Puri

ATTENZIONE
Leggi “Non startene nascosto” nei Testi!

La poesia Non startene nascosto, tratta da Frasi e incisi di un canto salutare, la raccolta luziana del 1990, ci conduce ad affrontare e cercare di penetrare il mistero del rapporto uomo-Dio che si realizza e si fa concreto con l’incarnazione, con l’atto per cui, secondo l’espressione di Giovanni (1, 14), “…il Verbo si fece carne”, cioè “si fece uomo”, assumendo così tutt’intera la natura umana, in corpo effettivo ed anima razionale: libera e misteriosa disposizione dell’amore di Dio per la salvezza dell’uomo.

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Poesia e terrorismo. Per Aldo Moro

Mario Luzidi Giacomo Trinci 

ATTENZIONE
Leggi “Acciambellato in quella sconcia stiva” in Testi!

Acciambellato in quella sconcia stiva è una poesia compresa nella raccolta Per il battesimo dei nostri frammenti, uscita nel 1985. Il mistero della realtà storica, col suo nocciolo di duro reale, si era aperta in modo vivido nelle raccolte degli anni sessanta e settanta e aveva creato quella meravigliosa stagione della maturità poetica di Mario Luzi in cui si assiste al presentarsi di un’acutizzata sensibilità verso il dramma collettivo dell’essere al mondo e al conseguente configurarsi di quell’incontro folgorante, infuocato, tra verticalità del processo mentale e orizzontalità del nuovo paesaggio umano e naturale, che veniva, adesso, in primo piano.

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Viaggio in Toscana con Mario Luzi


di Marco Marchi

Celebriamo il centenario della nascita di Mario Luzi e tra poco, a febbraio, celebreremo il decennale della sua scomparsa: un decennale quasi dentro un centenario. Ma anche questo impasto,  questa concomitanza, questa convergenza di vita e di morte, di morte e di vita, ha, per chi conosce la poesia di Luzi, un significato profondo, implicando il confronto dialettico tra quelle che l’autore chiama le «due», le «sole».

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Immagini di guerra e di vita

di Erica Dainelli

iraq_donne_pesiATTENZIONE
Leggi “Le donne di Bagdad” nei Testi!

La poesia Le donne di Bagdad è stata scritta da Mario Luzi nel 1992, alla fine della sanguinosa Guerra del Golfo. Il conflitto, iniziato con l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, vide contrapporsi le forze irachene ad una coalizione di stati membri dell’ONU, fra cui anche l’Italia. La coalizione, al cui vertice spiccavano gli Stati Uniti, attaccò a più riprese l’Iraq governato da Saddam Hussein, temendo che potesse estendere il suo potere non solo al Kuwait, ma anche all’Arabia Saudita.

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