Storia di un ritratto

di Pietro Paolo Tarasco

Mario Luzi, ritratto di Pietro Paolo TarascoEra la fine degli anni Ottanta quando iniziai a leggere le meravigliose liriche di Mario Luzi e non potrò mai dimenticare quando il poeta vide per la prima volta le incisioni che avevo realizzato ispirandomi alla sua poesia. Mi disse che gli erano piaciute moltissimo e che le aveva veramente gustate. Fu questo l’inizio del nostro lungo percorso di amicizia che ha portato nel corso degli anni a numerose collaborazioni tra letteratura e arte.

Pur nella sua assenza terrena, i suoi testi continuano ancor oggi ad illuminarmi, fluiscono nella mia mente e sono forieri di idee per la creazione di nuove opere d’arte.

Verso la fine degli anni Novanta, quando vide un mio dipinto che lo ritraeva nel suo volto, Luzi mi disse subito che era diverso dagli altri e che lo avevo idealizzato benignamente. Il suo corpo era adagiato sul paesaggio toscano, la sua figura era un tutt’uno con la natura e questo lo sorprese; fu molto contento.

Appena dopo la sua morte volli dedicargli un’opera grafica che parlasse della sua vita, della sua tanta amata terra toscana, dell’amicizia e dei miei personali ricordi. Fu così che nel 2006 ripresi l’idea precedente, quella del suo volto immerso nel paesaggio, e pensai alla sua vita partendo appunto dalla poesia: dai suoi versi giovanili, dal suo primo libro La barca, del 1935, avendo ben in mente la poesia Alla vita (leggi la poesia nei Testi). Il titolo dell’incisione fu A Mario Luzi – Alla vita.

Ed ecco nell’acquaforte realizzata che qui vedete i suoi scarmigliati capelli trasformarsi in fogli colmi di scritti, di inchiostro. Le poesie fuoriescono dalla sua mente e il poeta le consegna al mondo, a tutti noi appunto. Questi fogli, nel loro movimento ondulatorio, accompagnano il suo lungo viaggio in una barca che è proprio lì, sulla sua testa.

La straordinaria poesia è incisa sulla pagina a sinistra del Grande libro della creazione che racchiude l’illustrazione. Tutta la sua vita è lì; la sua amata Toscana con la Val d’Orcia e il Monte Amiata; il viaggio con la scoperta di nuovi mondi e con gli incontri a cui Luzi non ha mai rinunciato sino alla fine dei suoi splendidi novant’anni. Ed ecco poi il suo profondo sguardo che s’inoltra tra la natura con i suoi vecchi cipressi e le nuove piante, le sue “giovani speranze”.

Un “motto” che pochi giorni prima di morire Mario Luzi mi inviò in occasione di un’incisione dedicata alla mia città, Matera, dice: “Sboccia / nel vento / delle giovani speranze. / Prego che quel fiore non sfiorisca”.

Pietro Paolo Tarasco